mercoledì 6 novembre 2019

L’oggi, dopo ieri






: oggi è per me un giorno delicato.
Come lo è per la mia città.
Oggi è l’anniversario di uno dei miei traumi, dei nostri traumi.
Alzo gli occhi al cielo, come faccio sempre, per natura e per formazione, ed è come è ogni sei di novembre, da venticinque anni: bianco e malinconico, come a chiedermi “Te lo ricordi, sì, che giorno è oggi?”.
E me lo ricordo, sì.
È una cicatrice che pulsa, prepotente, nelle mie notti travagliate.
È ciò che ha forgiato il mio carattere, duro e puro.
È ciò che mi ha insegnato, facendomelo sentire, toccare, ma soprattutto capire, che siamo tutti vivi per miracolo.
Nel mio caso, una porta bloccata dall’acqua, di un appartamento al piano terra in viale Milite Ignoto, che si è aperta per un soffio. E una famiglia che mi ha accolto, facendomi salire sul suo balcone.
Ma può essere una macchina che inchioda, una mano amica, una collettività che continua a prestare attenzione. Tutto contribuisce a farci, miracolosamente, continuare a vivere.
Non sempre, però.
Ed è per questo che, nonostante oggi sia quell’oggi, io non riesco a non pensare a cosa è successo ieri.
Una cosa di cui non voglio ancora parlare, per rispetto, e perché l’indagine è solo agli inizi.
E vorrei dire “Non si può morire così!” ma si può eccome, quando, in quell’attimo, il miracolo trova ostacoli. E non accade.
Si inceppa il meccanismo e si spezzano delle vite.
E che vite!
Vite di chi salva altre vite con la propria.
Vite di chi sceglie, quotidianamente, di mettere a repentaglio se stesso per un altro che nemmeno conosce. 
Vite di chi fa del rischio la propria routine.
Vite che la maggior parte di noi non avrebbe mai, proprio mai, il coraggio di vivere.
E non è vero che il pompiere paura non ne ha.
Il pompiere, della morte, ha paura come ognuno di noi.
Solo che la affronta. La combatte.
Ogni giorno.
Per questo, anche quando perde, vince comunque.
Alla sua famiglia, il cui dolore non mi permetto nemmeno di provare a immaginare, tutto l’affetto e il bene possibile.
E la forza di accettare di continuare nel miracolo senza il proprio caro.

Nessun commento:

Posta un commento